Start up innovativa: come si costituisce con pochi euro

Al telegiornale, sui social, al bar. Ormai da anni sembra che tutte le aziende neo nate siano etichettate come start up. Ci permettiamo di dire che è un termine del quale spesso viene fatto un uso improprio. In questo contributo ci concentreremo sui requisiti che deve necessariamente avere una start up per definirsi tale. E su quanto effettivamente costi creare da zero una realtà di questo tipo. Inoltre, accenneremo ai principali benefici e relativi svantaggi di questa particolare categoria di impresa. Ma andiamo con ordine.

Start up innovativa: come si costituisce con pochi euro

22/09/2025

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Studio Brega

Quali imprese posso definirsi tali?

Innanzitutto chiariamo subito un aspetto che può sembrare banale. Tutte le start up sono aziende ma non tutte le aziende sono start up. Diverse volte è capitato che nel nostro studio si presentassero potenziali imprenditori con le idee ben chiare in testa. Un modello di business valido, una lista di potenziali investitori, una buona capacità finanziaria. Con la precisa intenzione di aprire una start up. Peccato che, una volta approfondito l’oggetto sociale di quella che sarebbe stata la nuova realtà imprenditoriale, le carte in tavola cambiavano improvvisamente. Ad esempio, una società che ha come oggetto la vendita all’ingrosso di calzature, tendenzialmente non può considerarsi una start up. Facciamo un altro esempio. L’apertura di una residenza che accolga e presti servizio alle persone non autosufficienti non può essere una start up. Cos’hanno di male questi due esempi di business per non ottenere quell’etichetta di cui tutti parlano?

Strat up = innovazione

Semplicemente, mancano di innovazione. Una start up è l’impresa innovativa per eccellenza. La legge prevede espressamente che l’oggetto sociale dell’impresa consista nello “sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico“. E’ facilmente intuibile come i due esempi di business sopracitati, non abbiano (all’apparenza) alcun connotato tecnologico. Quali sono gli altri requisiti che necessariamente deve possedere una start up?

  • deve essere costituita sotto forma di società di capitali. Le sue azioni o quote non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione.
  • la sede principale dei propri affari e interessi deve trovarsi in Italia. Oppure in uno degli Stati membri dell’Unione Europea.
  • non deve distribuire utili.
  • il totale del valore della produzione annua non deve essere superiore a 5 milioni di euro. A partire dal secondo anno di attività.
  • non deve derivare da una fusione, scissione societaria ovvero da una cessione di azienda o di ramo di azienda.

Il requisito fondamentale

Oltre ai quattro elementi distintivi menzionati, è fondamentale il possesso di almeno uno dei tre seguenti requisiti.

  • sostenere spese in ricerca e sviluppo uguali o superiori al 15% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione.
  • almeno 1/3 dei dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo impiegati, devono essere in possesso di titolo di dottorato di ricerca. In alternativa, almeno i 2/3 del personale deve essere in possesso di laurea magistrale.
  • essere titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale.

Il rispetto e il mantenimento di questi requisiti permette di ottenere delle agevolazioni. Si tratta di agevolazioni che vanno a premiare chi effettivamente dimostra fiducia in questo tipo di realtà. E di conseguenza investe su di esse. L’intento del legislatore è palese. Rendere appetibili gli investimenti in quelle aziende che sostengono ed alimentano il progresso tecnologico del paese. Di quali agevolazioni stiamo parlando? Occorre prima di tutto fare una distinzione tra investitori persone fisiche e società.

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