Tassazione criptovalute: prorogato il versamento delle imposte
L’ultima legge di Bilancio del governo ha impostato una prima cornice legislativa per la tassazione…
Leggi l’articoloLa legge di bilancio 2021 proroga fino al 31/12/22 e potenzia il bonus ricerca e sviluppo. In pratica, ai soggetti che sostengono determinate categorie di spese, spetta un credito di imposta. Tale credito può arrivare fino al 45% dell’investimento. Sono ammissibili le spese in attività di ricerca fondamentale, industriale e di sviluppo in campo scientifico e tecnologico. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le spese ammissibili.
Possono beneficiare dell’agevolazione tutte le imprese residenti nel territorio italiano. A prescindere da:
Il credito d’imposta opera per il periodo d’imposta 2020 e fino a quello in corso al 31.12.2022. Per le attività di ricerca e sviluppo agevolabili, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 20% della relativa base di calcolo. Nel limite massimo di 4 milioni di euro. Per quanto riguarda gli investimenti nelle regioni del Mezzogiorno, la percentuale del credito di imposta può variare. Sono previste infatti le seguenti percentuali, che variano a seconda del soggetto beneficiario.
In linea di massima, sono ammissibili al credito d’imposta le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale. In campo scientifico o tecnologico. Analizziamo voce per voce le varie tipologie di spese che permettono di ottenere il credito di imposta.
22/09/2025
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Studio Brega
Innanzitutto sono ammesse le spese per il personale. Nello specifico, si tratta di spese relative ai ricercatori direttamente impiegati nelle operazioni di ricerca e sviluppo. Inoltre, concorrono per il 150% del loro ammontare le seguenti spese.
Seconda categoria ammissibile: beni mobili e software. Parliamo principalmente di quote di ammortamento e canoni di locazione di beni utilizzati nei progetti di ricerca e sviluppo. Nel limite massimo complessivo pari al 30% delle spese di personale.
Terza categoria ammissibile: le spese relative a contratti di ricerca. Nello specifico, parliamo di contratti extra-muros aventi ad oggetto le attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d’imposta.
Nel caso di contratti di ricerca stipulati con università e istituti di ricerca, nonché con start up innovative, le spese concorrono a formare la base di calcolo del credito d’imposta per un importo pari al 150% del loro ammontare.